X – l’evento OFF di #MnM21

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L’incontro con Valentina Mira sarà trasmesso in diretta giovedì 20 maggio alle ore 20,45 sulla pagina Facebook M’ama non M’ama

 

A volte sembra che la vita costringa a pattinare sull’erba. Come una punizione, si crede. E forse lo è perché è quasi impossibile andare avanti – peggio ancora quando c’è un pantano dopo un diluvio – eppure se si cerca il modo, a tentativi, anche goffamente, come con le pinne sulla spiaggia usciti dall’acqua procedendo di spalle, a un certo punto magari ci si accorge che almeno non si rischia di cadere, che le ruote lì sul prato si piantano e smettono di girare. Che è tempo e occasione di fermarsi ascoltando quella sensazione di – inedita? rinnovata? – forza.

Ho aggiunto un’immagine mia ai correlativi oggettivi scelti da Valentina Mira nel suo X per Fandango Libri per dirvi la sensazione che ho provato leggendo la lunga “lettera al fratello” che è il suo romanzo, crudo perché espone emozioni, ferite, delusioni, speranze, bisogno assoluto (di fuga, di silenzio, di rendere concreto il dolore e di cancellarlo, di cancellare sé) di essere amata. E di potere vivere, in pace, normalmente per sentire – anche l’odio.

X racconta uno stupro, lo stupro che ha subito la protagonista. Dice cosa le è accaduto prima e dopo, qual era la sua vita, chi era, a chi voleva bene, chi gliene voleva chi gliene ha voluto poi. Ciò che fa male – nel lucido dolore mostrato, visibile nei silenzi, nelle ferite autoinferte, nel desiderio teneramente contraddittorio di essere/non essere bella – sono le sfumature di grigio in cui siamo immersi, che nell’ignoranza o nell’incapacità di prendere parte si fanno nero pieno e oscuro, Male. Di cui non è sempre portatore l’Uomo Nero, il nemico o il cattivo stereotipato, preconfezionato, facile da incolpare.

X è un romanzo scritto e strutturato con consapevolezza, opera prima di un’autrice che padroneggia la lingua italiana, gli strumenti della narrazione, sa modulare la propria voce

Spero che Valentina Mira, raccontata questa storia, voglia continuare a provare a dirci chi siamo noi esseri umani, a dare un nome e concretezza alle emozioni, a inchiostrare aghi per segnare sulla propria pelle storie e vite

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